Sonita Alizadeh

Il Giardino dei Giusti a Milano è situato all’interno di una grande area verde, il Monte Stella, creata inizialmente con le macerie dei bombardamenti provocati durante la seconda guerra mondiale e successivamente trasformata in un bellissimo parco.

Questo giardino è stato inaugurato nel 2003 ed è dedicato agli uomini e alle donne di tutto il mondo, del passato e del presente, che hanno lottato contro i genocidi e i crimini nei confronti dell’ umanità. Entrando, si delinea un percorso lungo il quale sono stati piantati vari alberi di ciliegio selvatico. A ogni albero corrisponde una targa sul terreno con una scritta, una breve frase che riporta il nome della persona e il motivo per cui le è stato reso omaggio. 

Sonita Alizadeh, rapper afghana. Ha denunciato nel 2014 a rischio della vita la pratica barbara delle spose bambine”.

Sonita è una ragazza afghana che è riuscita a scappare da una famiglia che aveva combinato per lei un matrimonio in cambio di denaro e che ha trovato il coraggio di denunciare, attraverso la musica, le ingiustizie che le bambine e le ragazze afghane sono costrette a subire quotidianamente.

Sonita è nata a Herat nel 1997, durante il regime dei talebani.

La sua famiglia è fuggita in Iran per scappare dalla guerra quando lei aveva 8 anni. La sua condizione di profuga afghana senza documenti non le ha dato diritto ad alcuna istruzione e quindi Sonita ha cominciato a frequentare un’associazione no profit dove ha potuto studiare e dove ha cominciato a fare musica. E’ nata una passione per il rap, che l’ha portata a realizzare alcuni video musicali con l’aiuto di una regista iraniana e che le ha permesso di cominciare a intraprendere il cammino dei suoi sogni, quello di cantante e musicista.

Sogni interrotti però bruscamente dalla notizia che la madre voleva riportarla in Afghanistan per darla in sposa a un uomo che avrebbe pagato 9000 dollari, una cifra importante perché con quel denaro i genitori di Sonita avrebbero potuto pagare il matrimonio del fratello.

Lei si ribella, non accetta un destino tanto crudele e usando le uniche armi che conosce, quelle della musica, compone un brano rap dal titolo Brides for sale ( Spose in vendita ) e con l’aiuto di Rokhsareh Ghaem Maghami, documentarista iraniana, realizza un video. 

Brides for sale è un brano potente, un pugno nello stomaco che non lascia indifferenti e che raggiunge in poco tempo un discreto successo, grazie anche all’aiuto di Cori Stern, cofondatrice di Strongheart group, un progetto statunitense nato con lo scopo di aiutare a far sentire la propria voce giovani che si battono per un cambiamento. 

A Sonita viene offerto inoltre un sostegno per proseguire gli studi negli USA dove vive attualmente e per realizzare un documentario in cui denuncia la pratica dei matrimoni precoci, forzati e combinati, ancora oggi molto frequenti in Afghanistan e in altri Paesi.

In Afghanistan una brava ragazza deve essere silenziosa. Una brava ragazza non deve parlare del proprio futuro. Una brava ragazza deve ascoltare la propria famiglia anche quando la costringe a sposarsi con uno sconosciuto. Una brava ragazza deve essere come una bambola e tutti devono poterci giocare. Io non sono una brava ragazza. Io sono una cantante e ho scelto da sola il mio futuro. Io parlo, e per loro è difficile capirlo”

In Afghanistan nascere donna vuol dire vedere i propri diritti negati, subire violenze in famiglia e al di fuori di essa, essere condannate alla lapidazione in caso di adulterio, essere vendute a 7/8 anni per saldare i debiti della propria famiglia o per risolvere faide tra gruppi famigliari, non poter uscire di casa se non accompagnate da un parente di sesso maschile, non poter cantare, non poter studiare e subire una serie infinita di altri divieti e restrizioni. Ma le donne afghane non sono solo vittime, sono anche capaci di lottare con grande coraggio e forza. Altre donne come Sonita hanno scelto di far sentire la loro voce attraverso la musica, come l’orchestra femminile Zohra, formata da una trentina di ragazze tra i 13 e i 20 anni, che hanno alle spalle storie di povertà oppure che sono state rifiutate dalle famiglie per aver fatto scelte diverse da quelle che i genitori avevano deciso per loro. L’orchestra, il cui nome deriva dalla divinità della musica della tradizione persiana e il cui repertorio consiste di brani occidentali e di tradizione afghana, è stata creata da Ahmad Sarmast, un coraggioso etnomusicologo che ha fondato un’importante scuola di musica a Kabul. Negin Khpolwak, la giovanissima direttrice, ostacolata e ripudiata da tutta la sua famiglia e sostenuta solo dal padre, ha dovuto allontanarsi dalla sua casa e trasferirsi in un orfanotrofio per potersi dedicare alla musica. Queste le sue parole durante un’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica: “Tanti vorrebbero richiuderci nelle case, impedirci di fare musica. Io invece voglio dimostrare ogni giorno che le donne afghane possono fare tutto”. Non ha paura, chiediamo? “Se mi ammazzano non mi importa, io non mi fermo. Lo devo alle altre donne”. 

Oggi la speranza è che le donne afghane, grazie anche alla musica, possano continuare a lottare per riuscire ad affermare i loro diritti.

fonti: https://vociglobali.it/2017/08/10/zohra-la-musica-delle-donne-afghane-che-credono-nella-liberta/Angela Caporale

https://www.lifegate.it/sonita-alizadeh-la-rapper-afgana-fuggita-al-matrimonio-combinato-grazie-una-rima
https://www.osservatorioafghanistan.org/archivio-articoli/articoli-2015/596-sonita-alizadeh-la-rapper-afgana-fuggita-al-matrimonio-combinato-grazie-a-una-rima.html
https://www.repubblica.it/esteri/2017/01/19/news/negid_khpolwak_afgana-156407414/

https://www.youtube.com/watch?v=vzx8RhPrXGc ( link al video del brano Brides for sale)

https://www.youtube.com/watch?v=4LjDmzsZFaA ( Orchestra Zohra)

fonti: https://www.osservatorioafghanistan.org/articoli-2020/2659-carla-dazzi-a-fianco-delle-donne-afghane-

vivono-tra-povertà-e-diritti-negati”.html sulla realtà delle donne in afghanistan

5977

6210 violeta