Le Taissine

A Gorno, in provincia di Bergamo, i minatori lavoravano per estrarre dalle profondità delle miniere grandi massi di roccia che contenevano preziosi minerali quali la blenda, la calamina, la galena, da cui si estrae lo zinco. Occorreva però che qualcuno all’esterno si occupasse di separare dalla roccia quei preziosi cristalli per poi mandarli alle laverie, ossia agli impianti dove i minerali venivano frantumati, macinati con acque e acidi per separare il metallo dallo sterile. Furono le donne ad assumere questo incarico, lavorando per otto ore al giorno all’imbocco delle miniere con i loro attrezzi: un martello per rompere la roccia e un setaccio. Erano le cernitrici, meglio conosciute come taissine, dal verbo taissinare che in bergamasco significa separare, dividere. Il lavoro di queste donne, importantissimo per la produzione mineraria, era fondamentale anche per il mantenimento della famiglia e questo, oltre a garantire una certa indipendenza economica, seppure di modesta entità, conferiva loro un ruolo di assoluta parità rispetto a quello maschile.