Le Tabacchine

In Salento nel secolo scorso la coltivazione del tabacco era una fonte di sostentamento molto importante per le famiglie dei contadini e generalmente le donne salentine lavoravano nei campi per raccogliere le foglie in estate, sotto il sole cocente, quando era il momento migliore per la raccolta. Il lavoro delle tabacchine, così erano chiamate, è strettamente legato al fenomeno del tarantismo, una forma di isteria che nella tradizione popolare era collegata al morso di un ragno che si annidava nei campi durante il periodo estivo. L’effetto del morso causava spesso nelle donne un malessere generale, depressione, dolori e forme di delirio, che sfociavano in atteggiamenti di nevrosi e perdita di controllo. La “cura” tradizionale consisteva in una sorta di esorcismo musicale: venivano convocati alcuni musici che inducevano nella donna colpita dal morso uno stato di trance che sfociava in una danza frenetica. La danza poteva durare giorni, fino a che la donna non veniva liberata dal male da cui era posseduta. In realtà con questi comportamenti le donne sfogavano la rabbia per una una condizione di vita che le obbligava costantemente all’emarginazione e alla solitudine.